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ARLECCHINO

Fondo Ferrari 52/Q - ZOOM
Fondo Ferrari 52/Q
Lo scaricatore di porto, il facchino, il ruffiano, il servitore buono, semplice nei modi e nella testa, che combina guai e che ha sempre fame. Questo è Arlecchino. Deriva dalla figura dello Zanni, il buffone delle storie comiche di cui si ha documentazione già dal XIV secolo. Dello Zanni, Arlecchino mantiene il carattere schietto e la naturale propensione ai guai. L'abito di Arlecchino, conosciuto da tutti come il più colorato fra le maschere, era all'inizio bianco e lacero per questo motivo si aggiunse prima una toppa, poi un'altra, finché il vestito fu a losanghe multicolore. E' così che lo vediamo nel teatro del Seicento. Il suo aspetto è goffo e tarchiato, la mezza maschera nera che porta sul viso è animalesca e in testa porta un cappello di feltro bianco sormontato da una piuma o da una zampa di coniglio. La piuma è simbolo di fertilità e il coniglio è simbolo di furbizia. Alla cintura porta appeso il baòcio, il bastone per mescolare la polenta, che a lui funge da spada. Ha poi un bitorzolo sulla fronte, che per alcuni è un residuo di corno diabolico. Il nome Arlecchino, in effetti, richiama quello di un diavolo. Alichino è il diavolo citato da Dante nella Divina Commedia. Arlecchino, Truffaldino, Zaccagnino, Tabarrino e tutti gli altri nomi che assume fino al Settecento, con la fine della Commedia dell'Arte, è tuttavia sempre maschera buona, e tale rimane nell'immaginario collettivo.
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