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SCHEDE Q - Z

RAME

Rame Pio
Fin da bambino si appassionò all’arte dell’animazione, seguendo il marionettista Romeo Benente che nel 1874 gli diede le credenziali che gli consentirono di continuare la professione nel teatro di Domenico Razzetti, con il quale girò le campagne piemontesi fino all’aprile del 1876. Qualche giorno dopo aver lasciato Razzetti debuttò a Bozzole, una frazione nei pressi di Casale. Continuò a battere le piazze minori del Piemonte, e allargò il suo “giro” eseguendo spettacoli nelle province di Brescia, Cremona e Mantova, portando in scena come maschera principale Gianduja.
Nel 1882 a Carpignano Sesia sposò Giuseppina Rabozzi. La coppia ebbe due figli, Domenico e Tommaso.
Il repertorio che Pio proponeva era quello classico degli spettacoli di marionette, pur avendo un taglio molto più popolare, più immediato, e comunque con adattamenti pensati tenendo ben presente il pubblico a cui si rivolgeva: ad esempio i copioni a carattere religioso sono riferiti alle vite di santi che erano i patroni della zona dove operava la compagnia, mentre altri citano fatti di cronaca locale contemporanei o di poco anteriori alla messa in scena il repertorio in parte coincideva con quello di Domenico Razzetti, anche perché quest’ultimo gli lasciò tutto il materiale, copioni compresi. Il tremendo castigo di Dio ovvero il Diluvio Universale, Una falsa accusa scoperta dall’astronomia, Gesta e morte del Biondin famigerato bandito del novarese capo di un’associazione di malfattori, Caserio, Vita, amori, pentimento e morte di Santa Margherita da Cortona sono alcuni dei titoli degli spettacoli che egli proponeva.
Tra il 1911 e il 1914 la compagnia si trasferì nel parmense e Gianduja fu sostituito da Sandrone. Sono gli ultimi anni di spettacoli per Pio che lasciò la direzione della compagnia al figlio Domenico.

Rame Domenico (Lonato 29/04/1885 – Varese 19/09/1948).
Lavorò sempre nella compagnia paterna dal 1908, per sua iniziativa, i Rame cominciarono a calcare le tavole del palcoscenico come attori oltre che come marionettisti. Si sposò a Bobbio (Pc) con Emilia Baldini il 03/02/1913.  Nel 1915 la famiglia Rame venne chiamata a Gallarate per una serie di recite “in persona” e si stabilirono in quella zona, eccettuato il periodo in cui, nel 1921, lavorarono con le marionette per I fantocci lirici di Yambo. In seguito l’attività marionettistica cessò e la famiglia recitò “in persona” fino alla seconda guerra mondiale.

Rame Tommaso (S. Martino in Rio 1888 – Varese 1968).
La storia di Tommaso è parallela a quella di Domenico: come il fratello fece il marionettista nella compagnia del padre e lavorò come attore fino al secondo dopoguerra.

La collezione comprende: una marionetta.

Bibliografia
• AA. VV. 1980
• Cipolla, Moretti (a cura di), 2001
• Leydi, Mezzanotte, 1958

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Teatro del Buratto
Fu Fondato a Milano nel 1975 dalle esperienze di Jolanda Cappi e Tinin e Velia Mantegazza, che furono tra i fondatori del “Cab 64”, dove si esibirono agli inizi della carriera Cochi e Renato, Bruno Lauzi, Lino Toffolo e molti altri. Si specializzò nella produzione di spettacoli dove la musica, la parola, l’aspetto grafico e quello pittorico concorrono a formare un teatro che affianca alle tecniche attoriali quelle dell’animazione (dai burattini, al pupazzo indossato, a quelli mossi su fondo nero).
Questi sono alcuni titoli del repertorio: Lhistoire dun soldat, QuellAstolfo da Ferrara, Pierino e il lupo, Il granbuffone, Gli Arcani Maggiori, L’Arca di Braccio di Ferro, Hello George di V. Cerami su musiche di George Gershwin, Cappuccetto Bianco di Bruno Munari, Nel Tempo che non è più e che non è ancora di M. Cucchi Sotto la Tavola con le musiche di Tommaso Leddi, Babar il piccolo elefante, musica di F. Poulenc, scene e pupazzi di F. Tullio Altan.

La collezione comprende: 4 burattini, volantini, programmi, articoli.

Testelli Ernesto Palamede (Parma 20/05/1889 – Occhiobello 06/03/1979).
Scultore, pittore e burattinaio. Visse con la famiglia del marionettista Umberto Zaffardi, lavorando per lui con varie mansioni, dall’elettricista allo scenografo. Nel 1916 a Berra (Fe) si sposò con Teresita Nicchio e quando Umberto morì (27/03/1924) cominciò a far spettacoli coi burattini insieme a Gottardo, il figlio del marionettista.
In seguito la sua attività principale rimase quella di scultore costruì teste e burattini sia per i burattinai (Borghetti, Ferrari, Bertoni ecc) che per negozi di giocattoli che glieli commissionavano.

La collezione comprende: 3 teste, 1 foto e 5 lettere spedite da Palamede a Giordano Ferrari.

Tirelli Umberto (Modena 22/02/1871 – Bologna 02/08/1954).
Disegantore e caricaturista collaborò con vari giornali satirici quali Il Marchese Colombi, Sciarpa d’Iride, Duca Borso, La Secchia, Il Fittone, Il Punto, Il Giornale delle Beffe, Bianco e Nero.
Il 6 febbraio 1923 al Teatro Verdi di Bologna, città nella quale si era trasferito dal 1909, Tirelli fece debutattere il suo “Teatro Nazionale delle Teste di Legno”. Le teste in questione erano di cartapesta (a grandezza naturale) ed erano modellate sulle caricature di vari personaggi famosi come Mussolini, Giosuè Carducci, Giolitti, Sem Benelli, Eleonora Duse, Guglielmo Marconi ecc. Oltre a queste erano anche rappresentate alcune maschere tradizionali come Fagiolino e Sganapino, oppure “caratteri” come il teppista, il viveur ecc. La sera del debutto un burattino rappresentate Virgilio Talli recitò un “Prologo” di Alfredo Testoni a cui seguirono i tre atti di Amleto, ovvero il teatro sperimentale, una tragicommedia dello stesso Tirelli. Altri titoli del suo repertorio erano Belfagor ovvero Fagiolino medico per forza, Il bel morone ovvero il Turco di ritorno, Il Capitan Fracassa ovvero Il Principe bollettario, Sei autori in cerca di un personaggio, La passerina opportunista, La Principessa del Fox-trott, con Fagiolino apache, Il tiranno e l’innocente ovvero la caccia alle mosche (questi ultimi due erano di Alfredo Testoni).
Gli animatori dei burattini erano Rossi Maria, Bolognesi Nino, Giacomazzi Alberto, Meloni Rino, Parmiani Giordano, Verna Gaetano.

La collezione comprende: un volantino.

Bibliografia
• AA. VV. 1980
• Bergonzini, Maletti, Zagaglia, 1980
• Cervellati, 1964
• Catalogo Mostra Tirelli

Vanelli Silvio (Parma 09/04/1914 - ?)
Figlio di Edmondo, un attore – tenore che in seguito fece l’impresario nel campo delle operette, lasciò gli studi liceali e cominciò a lavorare con la Compagnia “I Fantocci di Yambo”, quindi passò alla compagnia genovese di Bartolomeo Cevasco e poi ai Fantocci di Santoro. Si unì ai “Piccoli” di Podrecca nel 1930 facendo una carriera che lo portò ad essere direttore tecnico della compagnia. Quando nel 1959 morì Podrecca diede vita alla compagnia “I Piccoli di Vanelli” che debuttò a Faenza nel 1962. Il nucleo iniziale che comprendeva marionette acquistate dalle famiglie Garda e Gambarutti si allargò fino ad arrivare a 1200 marionette completavano la compagnia sedici marionettisti e quattordici tecnici. Lavorò in tutto il mondo rappresentando spettacoli come Pierino e i suoi piccoli amici di Prokofieff, Addio alla madre dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni, Ouverture di Tchaikowsky, la Danza del Fuoco di De Falla, oltre a numeri, sempre a matrice musicale, come la Tarantella Napoletana e il Rock-and-roll.

La collezione comprende: 3 articoli

Bibliografia
• Pretini, 1985
• Vergani, Signorelli, 1979


Varriale Stefano (Bologna 08/10/1932 - Civitacastellana (VT) 16/05/2007)
Cominciò a fare i burattini a dieci anni esibendosi nelle scuole di Bologna. A tredici passò al professionismo, prima aiutando burattinai come Rizzoli e Malaguti e poi esibendosi con la propria compagnia. A diciotto lasciò l’arte dell’animazione per intraprentedere la carriera di attore, lavorando prima con la compagnia Benassi, poi con Gassman e cosi via fino ad approdare anche alla televisione e alla radio. Negli anni ’70 formò una compagnia in cui lavorava con la moglie Lilli, il figlio Daniele e Vittorio Battazza. Le maschere principali del suo teatro erano Fagiolino, Sandrone e Balanzone.

La collezione comprende: foto, lettere, 1 manifesto per lo spettacolo Un ritorno inaspettato e 1 copione (Ciro il cavaliere errante).

Bibliografia
• AA. VV. 1980

Viani Gaetano (Borgoforte 30/07/1888 – Mantova 20/08/1949).
Anche se si sa pochissimo su di lui, viene ricordato come un eccellente interprete di Fagiolino e Sandrone. Cominciò a fare i burattini da giovane e portò i suoi spettacoli nel mantovano, nel bresciano, nel veronese e anche nel Friuli. Si sposò il 17/08/1936 con Lucia Tognini dalla quale ebbe un figlio, Rolando.
Alcuni spettacoli del suo repertorio erano: Un nuovo Caino, Fasolino barbiere dei morti, Fasolino nell’isola misteriosa, Fasolino buon soldato ovvero i doveri di una sentinella, Fasolino e Sandrone girovaghi, I principi di Salerno.

La collezione comprende: 15 burattini, 2 teste, volantini, trafiletti che reclamizzano gli spettacoli.

Bibliografia
• Bergonzini, Maletti, Zagaglia, 1980
• Pretini, 1985


Vignoli Febo (Bologna 14/11/1920 – 07/12/1988).
Figlio di Armando (1886 – 1963), burattinaio bolognese che lavorò con i più celebri colleghi a lui contemporanei come Gaetano Chinelato, Gualtiero Cavadini, Ciro Bertoni, Gualtiero Mandrioli e Filippo Frabboni.
Febo imparò l’arte dei burattini, insieme al fratello Cesare, nel teatrino del padre. Militare durante la II guerra mondiale, fu incaricato di fare spettacoli per i soldati del fronte occidentale con il suo aiutante Guido Piccinini (cognato di Leo Preti) si esibì ad Alessandria, La Spezia, Ventimiglia, Bordighera ecc. Nel ’43 ritornò a Bologna e partecipò alla Resistenza.
Terminato il conflitto riprese a lavorare con il padre e il fratello, ottimo interprete di Sganapino, mentre Febo era specializzato nella parte di Fagiolino. A Febo e Cesare si affiancò in baracca Maria Chinelato, figlia di Gaetano, che sosteneva le parti femminili. Recitavano a soggetto usando il testo solo per le parti dove erano previsti lunghi dialoghi in italiano. Collaborarono con lui anche attori dialettali bolognesi. Alcuni titoli del suo repertorio erano: La strega Morgana, I tre bravi alla prova, I due dottori, L’eredità di Fagiolino, La tana dei malvagi, Un pazzo per amore.

La collezione comprende: fotografie e volantini.

Bibliografia
• AA. VV. 1980
• Centro Teatro di Figura di Ravenna 1984
• Cervellati, 1964
• Cristofori in Carlino sera, 28/03/1968

ZAFFARDI

Zaffardi Umberto (Ostiglia 16/01/1867 – Grignano Polesine 27/03/1924).
Scappò di casa a quindici anni unendosi alla compagnia di Ferdinando Salici, e successivamente lavorò con le più famose compagnie del Nord Italia come Reccardini, Guerci, Colla, Gorno Dall’acqua. Si sposò a trentadue anni con Carolina Cecchetto con la quale generò sei figli, due dei quali, Olga e Gottardo, lavorarono nella compagnia che nel frattempo Umberto aveva creato. Insieme a loro lavorava Ernesto Palamede Testelli, che sarebbe diventato un richiesto scultore di teste. Umberto era un ottimo interprete di Arlecchino e nel suo repertorio figuravano: La guerra russo – giapponese, Sante Caserio, Mefistofele (ballo), La dea dei fiori (ballo), Aida, L’Africana, Gli esiliati in Siberia. Lavorò con lui il giovane Ciro Bertoni.


Zaffardi Gottardo (Guarda di Rovigo 04/05/1907 – Parma 20/03/1994).
Figlio di Umberto imparò da lui il mestiere, e quando questo venne a mancare continuò a lavorare con le marionette. L’anno successivo alla morte del genitore incontrò Ciro Bertoni, con il quale mantenne stretti contatti, e Ettore Forni che lo fece recitare con lui e dal quale apprese diverse cose intorno al mestiere di burattinaio. Portò comunque avanti per qualche anno le rappresentazioni marionettistiche, esibendosi a Ferrara e quindi, con un successo che andava in crescendo a Loreo in provincia di Rovigo e poi a Rovato (Bs). Da lì si spostò a Collecchio in provincia di Parma dove un impresario lo scritturò per una serie di spettacoli con i burattini da tenersi a Lugano. A ventisette anni sposò Erminia Merusi di Sala Baganza (Pr), dalla quale ebbe cinque figli: Giancarlo, Giovanni, Ilario, Ermanno e Elvira, che morì all’età di soli tre anni.
Ne 1951 teneva spettacoli in Toscana (Massa, Forte dei Marmi, Viareggio, Prato ecc.). Dopo esser stato per un breve periodo in terra mantovana si stabilì definitivamente a Parma, dove si esibiva regolarmente al teatro dell’Annunziata (una chiesa dell’oltretorrente).
Le maschere principali del suo teatro erano Fagiolino e Sandrone e nel suo repertorio figuravano, tra gli altri i seguenti titoli: Il Castello di Lonato, Biancaneve e i sette nani, La scarpetta di Cenerentola, Il Duca burlato, La storia di Genoveffa, Fagiolino finto muto, La fata Fiorina, Sandrone Sindaco, La forza della magia, Il ritorno d’un crociato, La conchiglia magica, Fagiolino medico chirurgo, Il castello degli ubriachi, Fagiolino e Sandrone pappagalli in Firenze, La grotta fatale, Fagiolino e Sandrone dottori in veterinaria.

La collezione comprende: lettere, volantini, articoli.

Bibliografia
• AA. VV. 1980
• Bergonzini, Maletti, Zagaglia, 1980
• Boccola, 1961
• Pretini, 1985

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Zane Luciano (Venezia 1815 – 1903)
Della giovinezza di questo grande marionettista non si conosce praticamente nulla. La sua “base” per oltre cinquant’anni fu Genova, ma fece spettacoli in tutto il Nord Italia e anche in Francia nella città della Lanterna dava regolari rappresentazioni al Teatro delle Vigne, un locale interamente in legno che poteva contenere fino a duemilacinquecento persone e che in origine era un’osteria dove nei primi anni del’600 l’oste Semeria si accordò con una compagnia di commedianti spagnoli per l’impianto di un palco.
La maschera principale di Zane era Gerolamo e le cronache dell’epoca sottolineano la magnificenza dei balli che seguivano lo spettacolo principale e la bellezza degli scenari, alcuni dei quali dipinti dal torinese Fagiani sembra che si debba a Rinaldo Zane, figlio di Luciano, la prima messa in scena del Ballo Excelsior e fecero scalpore, tra gli altri, gli spettacoli Il diluvio universale, La Fata Gulnara (messo in scena da Rinaldo con più di duecento figure sul palco) e la Circumnavigazione del globo, in cui un fondale scorrevole mostrava i vari panorami del pianeta verso cui faceva rotta la nave che era in scena. Il seguente repertorio si compone degli spettacoli che Zane presentò a Parma al Teatro Giardino dal 18 luglio al 9 settembre 1878: La notte di S. Silvestro, Il Turco in Italia, Il diavolo zoppo, Tutti romanzi, Ventimila leghe sotto i mari, Il re bleu (ballo), La giovinezza della Regina di Scozia, Girolamo ciabattino del popolo, Il vascello fantasma, Il bugiardo, Lo spirito Biribis (ballo), Adelaide di Francia, Le fanatiche per l’ambizione, Una delle mille e una notti, I promessi sposi, Maria da Brescia, Federico II il re di Prussia, Il matrimonio del diavolo Astarotte, La profuga, Edvige o il paese di cuccagna (ballo), La Principessa d’Amalfi, Pace figlia d’amore, La presa della Bastiglia, Cinque settimane in pallone, Il feudatario di Rocca Nera, La Lega Lombarda ovvero la battaglia di Legnano¸ Le avventure di un colonnello francese, Antonio Foscarini, Le avventure del Capitano Fracassa, Le sette antiche meraviglie del mondo (ballo), Costanza la Regina di Portogallo, Ildegarde e Ubaldo, Il giudizio d’Armastandan, Il viaggio incredibile al centro della terra, Il giro del mondo in ottanta giorni, Rinaldo e Armida ovvero La Gerusalemme liberata (ballo).
Tra gli spettatori che ammirarono la compagnia Zane vi furono Giuseppe Verdi e Carl Dickens e vi militarono marionettisti famosi come Oreste Picchi.
Rinaldo Zane (Sannazaro de’Burgondi 1849 - ?), portò la compagnia in tutta Europa e in Sud America, ed è a lui che si devono le messe in scena de La battaglia di Legnano ovvero la sconfitta di Federico Barbarossa, Il Re Bleu ovvero l’Isola dell’avvenire (ballo), Lo spirito Biribis (ballo).

La collezione comprende: 2 marionette e 2 articoli.

Bibliografia
• AA. VV. 1980
• Cavicchioli, 1962
• Cervellati, 1964
• Leydi, Mezzanotte, 1958
• Menarini, 1985
• Pretini, 1985
• Schumucker, 1963
• Bertozzi, 1998

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